Storia della baleneria, Mursia 2012

Questo libro non è una celebrazione della caccia alla balena, e tantomeno un suo elogio o la sua difesa. Se tale pratica poteva essere giustificata nei secoli scorsi, quando la coscienza ecologica era quasi inesistente, oggi chiunque abbia a cuore la natura non può che essere fortemente contrario a tale odiosa attività, e unanime è la condanna delle nazioni baleniere come Norvegia, Islanda, Indonesia e soprattutto dal Giappone che perseguitano questi splendidi animali ancora ai nostri giorni. Ciò detto, e nonostante quanto detto, i balenieri dei secoli passati hanno compiuto memorabili imprese marinaresche: seguendo le rotte delle balene per mari sconosciuti hanno scoperto isole di cui si ignorava l’esistenza, hanno eseguito rilevamenti di coste inesplorate, compiuto osservazioni oceanografiche quando questa scienza non esisteva ancora, hanno avuto contatti con un misterioso e proibito Giappone allora severamente chiuso agli occidentali, hanno corso grandi pericoli con le selvagge popolazioni del Pacifico, dalle quali sono stati talvolta massacrati, senza contare i normali rischi dei viaggi sul mare che duravano in media 4-5- anni, e quelli della caccia stessa. Le capacità marinaresche dei balenieri, quasi sempre giovanissimi, sono state eccezionali, come la loro forza, il coraggio e la resistenza alle fatiche che questa attività richiedeva. Ed è solo sotto questo aspetto avventuroso e romantico, quelli celebrato da Herman Melville, che è stato pensato e scritto; e poiché, per dirla con Conrad, “ l’autore scrive solo la metà del libro, e l’altra deve metterla il lettore ”, autore ed editrice si augurano che venga interpretato in questo senso.

ISBN-10: 8842550701

ISBN-13: 9788842550709